Brevi cenni storici su Picinisco
Anche se molti ritengono di poter far risalire le origini di Picinisco al 290 a.C., circa, quale insediamento pastorale sannita, occorre dire che la prima volta che appare, in un documento, il nome di Picinisco è nell’anno 1017. In quell’anno, infatti, i fratelli Pandolfo III e Pandolfo IV, principi di Capua, concessero il Monastero di San Valentino, sito nei confini della Contea Cominense, nel territorio di Pilzinisci (Picinisco), al Monastero di Montecassino.
In un altro documento del 1110, parlando dei confini della diocesi di Sora, con tre mulini sul fiume Melfa, si menziona la Chiesa di S. Maria di Picinisco – “Ecclesiam Sanctam Maria de Picenisci”-.
Nel 1140, nello “Strumento” di Re Ruggero II sui confini dell’agro atinese, figura “Terra Sanctae Mariae de Piceno”.
Nell’anno 1150, il normanno Ruggero II d’Altavilla, re di Sicilia dal 1130 al 1154, anno in cui morì, conquistò tutta la valle di Comino e consegnò il territorio al conte Francesco d’Aquino.
Da allora Picinisco cadde sotto il dominio del Regno delle Due Sicilie fino al 1860 (Spedizione dei Mille 5/5 – 26/10/1860).
Il Risorgimento, infatti, fece nascere anche nelle zone della Valle di Comino movimenti liberali che culminarono con la fine del dominio borbonico quando Garibaldi , il 7 settembre 1860, entrò trionfalmente in Napoli.
Sin dai giorni dopo fu costituito il governo provvisorio per i paesi del circondario di Sora cui Picinisco appartiene. Esso, precedentemente, faceva parte della provincia di Terra di Lavoro, poi Caserta.
Nel 1927 passò nella giurisdizione di Frosinone, tornando così ad essere nuovamente compreso nel territorio del Lazio come lo era anticamente.