Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un parco nazionale compreso per la maggior parte (3/4 circa) in provincia dell’Aquila in Abruzzo e per il rimanente in quella di Frosinone nel Lazio ed in quella di Isernia nel Molise. Fu inaugurato a Pescasseroli il 9 settembre 1922, mentre l’ente omonimo era stato già costituito il 25 novembre 1921 con direttorio provvisorio[2]. La sede e la direzione del parco sono a Pescasseroli.
Il Parco nazionale d’Abruzzo (con la legge n. 93 del 23 marzo 2001 Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, denominazione che non implica trasformazioni amministrative), coevo al Parco Nazionale del Gran Paradiso, è il più antico parco d’Italia noto a livello internazionale per il ruolo avuto nella conservazione di alcune tra le specie faunistiche italiane più importanti, quali il lupo, il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno marsicano, nonché per le prime e numerose iniziative per la modernizzazione e la diffusione localizzata dell’ambientalismo. È ricoperto da boschi di faggio per circa due terzi della sua superficie. Si estende prevalentemente in territorio montano e pastorale, dove non è praticabile la coltura della vite e dell’olivo, sconfinando nel piano delle colture nelle valli del Giovenco e in Val di Comino.
Il Parco nazionale d’Abruzzo fu inaugurato su iniziativa privata nel 1922 e riconosciuto nel 1923, con RDL 257 dell’11 gennaio 1923. Al territorio attuale si giunse dopo successive integrazioni. La gestione è dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con sede attuale a Pescasseroli. Interessa 25 comuni distribuiti nelle province di Frosinone, Isernia e L’Aquila. Nel 1980 ha avuto inizio la zonizzazione del parco, cioè la sua suddivisione in zone a diversa protezione ambientale per poter conciliare le opposte esigenze della protezione della natura e degli sviluppi urbanistici delle popolazioni locali.
Le origini
Il forte isolamento in cui il territorio dell’Alto Sangro giaceva da secoli aveva permesso la conservazione di una rilevante quantità di specie animali e vegetali degni di conservazione; non tutto era stato trasformato in pascolo. Alle timide iniziative locali di istituire una riserva di caccia sul modello delle prime aree protette del Piemonte venne incontro la famiglia Sipari, ricchi proprietari di Pescasseroli e di Alvito imparentati col filosofo Benedetto Croce. Si adoperarono per la realizzazione nel territorio dei comuni di Opi, Pescasseroli, Villavallelonga, Collelongo, Lecce nei Marsi, Gioia dei Marsi, Balsorano e Castellafiume della Riserva reale dell’Alta Val di Sangro, istituita nel 1872 da Vittorio Emanuele II. Tale forma di tutela proseguirà sino al 1878, data nella quale verrà abolita. Nuovamente istituita nel 1900, resterà in vigore sino a tutto il 1912; contemporaneamente Erminio Sipari iniziò a dar voce alla prima iniziativa in Italia di istituzione di un Parco Nazionale sul modello dello Yellowstone statunitense.